Olimpic Saluzzo, giovanissimi fascia B (2003)

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Missione compiuta


 Da diverse settimane, forse un po’ per scaramanzia, non veniva scritto l’articolo di commento della partita dei 2003 dell’Olimpic. La situazione sembrava farsi difficile e qualche gufo, giunto da vicino e da lontano, pian piano si stava appollaiando sui rami degli alberi dell’oratorio.

Ma siccome chi vive gufando muore deluso (cit. io), oggi possiamo dire con orgoglio che i ragazzi, i mister, i dirigenti, la società e i genitori dei ragazzi han fatto bene a crederci fino alla fine perché quest’anno, per la prima volta nella storia dell’Olimpic, una squadra va al regionale e questa squadra è proprio il 2003!

Le ultime puntate raccontano di una sfida testa a testa in campo neutro con il Val Maira per il secondo posto del girone D, sicuramente il più difficile della provincia, persa per 1-0 dopo aver dominato l’intera partita.

Ma il bello, il carattere, la squadra, il risultato del lavoro dei mister e della società si sono visti nella duplice sfida di spareggio con una delle più temibili avversarie che si potesse incontrare: il San Mauro.

Partita esemplare quella di domenica al Don Bosco grazie anche al supporto di un calorosissimo e numerosissimo pubblico (un grazie speciale alla squadra dei 2002 e ai loro genitori … a buon rendere) che trasforma il campo in un’arena che qualcuno paragona alla mitica Bombonera di Buenos Aires. E’ un assalto quello dell’undici di Boscolo, Botta, Perrona all’area avversaria con un palo di Ejlli, una traversa di Mulassano e un gran bel gol del bomber Rosatello, servito in area da una punizione di Feta. Ma oltre all’attacco, che semina il panico grazie anche alle incursioni di Dalbesio e Fumero, sono Montaldo e Paschetta a fare la differenza a centrocampo. Nell’altra metà del terreno di gioco, le incursioni del San Mauro si scontrano, anzi, vanno a sbattere contro un muro composto dall’indovinatissima nuova disposizione della difesa con Agù, capitano coraggioso e strepitoso, e Billia centrali, affiancati da Castellano e Giordanino sui laterali.

Stesso copione a San Mauro martedì sera dove però i tanto amichevoli, corretti e signorili (quando erano ospiti) padroni di casa si trasformano, e fin dall’arrivo del pullman dimostrano di che pasta sono fatti. Non sto a descrivere le innumerevoli provocazioni di alcuni, e sottolineo alcuni, dirigenti, tifosi e giocatori perché questo deve essere un articolo che festeggia una vittoria e non deve macchiarsi con la descrizione del comportamento di pochi esemplari che dovrebbero essere messi in un angolo dalla parte sana della società.

L’avversario questa volta deve recuperare la sconfitta e si fa aggressivo, ma ancora una volta centrocampo e difesa fanno da barriera alle incursioni avversarie. Soffre l’attacco, che fatica a costruire gioco per i tanti falli, spinte, calci e calcetti che vengono sferrati dai giocatori del Mauro che di San hanno ben poco. Il primo tempo si chiude in parità. Nel secondo tempo parte da una punizione all’altezza del centrocampo la rete dell’Olimpic. Billia batte verso l’area, Mulassano esce dalle maglie della difesa ed anticipa l’avversario diretto appoggiando a Rosatello, che anche questa volta non perdona ed insacca con un tiro di prima intenzione, potente e imprendibile per il portiere avversario. Esulta la tribuna Olimpic che fa un rapido conteggio e sa che adesso il Mauro deve fare 3 gol per superarla. Resta il tempo per il pareggio del Mauro e uno splendido gol con tiro diagonale di Dalbesio e, ciliegina sulla torta, Gallesio para il rigore del possibile pareggio del Mauro. Due limpide vittorie: 1-0 in casa e 2-1 fuori casa, dunque meritatissimo accesso alla fase regionale.

Bene, qui finisce la cronaca di un duplice scontro che è servito moltissimo a fare esperienza in previsione del cammino da affrontare da qui all’estate.

Un grazie e un grande applauso va alla società che ci ha creduto anche nei momenti difficili, a tutto lo staff tecnico guidato da Boscolo, sempre ottimamente affiancato da Botta e Perrona che non hanno mollato anche quando la salita si faceva sempre più ripida, ai dirigenti della squadra Revelli (come faremmo senza di lui?) e Fraire e a tutti i 39 ragazzi della rosa che hanno dimostrato impegno, determinazione, capacità calcistiche e umane straordinarie.